INTRA UE: modifiche alla disciplina IVA per adeguamento alle direttive UE

Il Governo ha varato un DDL, esaminato e approvato dal Consiglio dei ministri del 9/2/2011, volto a recepire misure recentemente emanate dalla UE.

In particolare sono previste le seguenti modifiche (si illustrano 4 dei 6 articoli del DDL in quanto gli ultimi due non riguardano la materia di questo sito):

  1. Art. 8-bis DPR 633/1972 :viene riscritto per limitare la non imponibilità alle sole navi adibite alla navigazione d’alto mare e a tutte quelle adibite alla pesca costiera e alle operazioni di salvataggio e assistenza in mare (adeguamento agli artt. 148, 371, all’Allegato X della Direttiva 2006/112/CE);
  2. Effettuazione servizi intra UE: vengono modificati il momento di effettuazione (articolo 6, commi 3 e 5 del Dpr 633/1972) dei servizi intracomunitari B2B (prestazioni generiche ex art.7 – ter DPR 633/1972) collegandolo al momento di effettuazione ex art.63 Direttiva 2006/112/CE, l’autofatturazione (articolo 17, comma 2 del Dpr 633/729 che viene equiparata all’integrazione prevista per le operazioni intra UE (articoli 46 e 47 DL 331/1993), e le disposizioni riguardanti i rimborsi (articolo 38bis DPR 633/1972).
  3. Prodotti energetici (gas, energia elettrica, ecc.): tassazione nel luogo di destinazione dell’operazione, sia per le cessioni (articolo 7 bis, comma 3 DPR 633/1972) sia per le prestazioni relative alle concessioni di accesso (articolo 7 septies, lett. g) DPR 633/1972). Vengono adeguate le disposizioni sull’importazione di tali prodotti (art. 68 DPR 633/1972) e sulle operazioni intracomunitarie (artt. 38 e 41 DL 331/1993). Il regime di non imponibilità (art.72, comma 3)  DPR 633/1972) viene ampliato agli enti comunitari che godono dei privilegi di cui al Protocollo sui privilegi delle Comunità Europee 8 aprile 1965.
  4. Beni importati in prosecuzione verso altro Stato UE: viene recepita la Direttiva 2009/69/CE quanto alle modifiche sulle procedure di esenzione delle «importazioni con prosecuzione» dei beni a destinazione di un altro Stato Ue (art. 67 DPR 633/1972), nel senso che il regime di sospensione IVA sulle importazioni destinate ad uno Stato UE è concesso solo se l’importatore può dare prova dell’avvenuto trasferimento delle merci nell’altro Stato UE

Tali modifiche confluiranno in un Decreto Legislativo che modificherà il DPR 633/1972 (Decreto IVA) e il DL 331/1993.

INTRA UE: il punto sull’autorizzazione ad effettuare operazioni intracomunitarie – 2

Di seguito la seconda parte del punto sull’autorizzazione ad effettuare operazioni intra UE.

QUALI CONTROLLI EFFETTUA L’AGENZIA ENTRATE

L`Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni dalla manifestazione di volontà potrà:

  • restare in silenzio, ed allora l’operatore dal trentunesimo giorno – N.B. non prima – sarà autorizzato a compiere operazioni intra UE;
  • oppure emanare un provvedimento di diniego all’autorizzazione contro il quale si potrà ricorrere ex D.Lgs 546/1992 alla Commissione Tributaria competente per territorio entro 60 giorni dalla notifica.

Nei 30 giorni l’Agenzia delle Entrate effettuerà i seguenti controlli preliminari:

  • mancanza requisiti oggettivi e soggettivi ex DPR 633/1972 che comportano la cessazione d’ufficio della partita IVA;
  • mancanza dei requisiti oggettivi e soggettivi ex DPR 633/1972 legittimanti l’inclusione nell’archivio informatico dei soggetti autorizzati a porre in essere operazioni intracomunitarie;
  • analisi del rischio della posizione del contribuente sulla base dei criteri individuati con apposito provvedimento ex art. 35, co.15-quater DPR 633/1972;
  • riscontro circa l’esattezza e la completezza dei dati forniti per la identificazione ai fini IVA ex art. 214 Direttiva 2006/112, effettuato anche con riferimento ai criteri individuati con il Reg (UE) 904/2010;
  • verifica delle seguenti situazioni:
    • soggetto identificato ai fini IVA che abbia dichiarato di non esercitare più la propria attività economica, come definita ex art.9 Direttiva 2006/112/CE, o  per il quale l’Amministrazione finanziaria abbia ritenuto che non eserciti più l’attività economica;
    • soggetto che abbia dichiarato dati falsi per un’identificazione IVA o non abbia  comunicato eventuali cambiamenti dei propri dati tali che, se l’amministrazione tributaria ne fosse stata a conoscenza, avrebbe rifiutato l’identificazione ai fini IVA o avrebbe cessato d’ufficio la partita IVA;
  • riscontro di gravi inadempimenti relativi  agli obblighi dichiarativi IVA nei cinque periodi d’imposta precedenti a quello in corso alla data di presentazione della dichiarazione di volontà;
  • precedente coinvolgimento in frodi fiscali del titolare della ditta individuale, del rappresentante legale, degli amministratori o dei soci del soggetto richiedente l’autorizzazione;
  • altri elementi a disposizione dell’Amministrazione finanziaria rappresentativi di criticità e di rischio.

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INTRA UE: nuova definizione di stabile organizzazione ai fini IVA

L’Ecofin, nella riformulazione del Regolamento 1777/2005, ha definito per la prima volta a livello europeo la stabile organizzazione ai fini IVA.
Tale definizione risulta nuova rispetto a quanto finora stabilito dai diversi interventi in materia della Corte di Giustizia UE e dalla definizione simile riferita alle imposte sul reddito.
La stabile organizzazione viene definita ex articolo 15 del Regolamento sulla base di due concetti chiave:

  • sufficiente grado di permanenza della struttura nel territorio dello Stato membro;
  • qualificazione della struttura come presenza di risorse umane e materiali.

Tali requisiti sono conformi a quelli indicati dalla prassi giurisprudenziale comunitaria in diverse sentenze. Fondamentale risulta essere in particolare  il requisito della sufficienza della struttura della stabile organizzazione, sia in termini temporali che di consistenza, cosa che consente, da un lato, di ricevere e utilizzare i servizi e, dall’altro, di effettuare in via autonoma le prestazioni rispetto alla casa madre. Dunque, per sufficienza si deve intendere quel requisito minimo senza il quale non sarebbe ragionevole ammettere l’esistenza stessa della stabile organizzazione.

La nuova definizione normativa di “stabile organizzazione ai fini IVA”, così come ridefinita dal consiglio Ecofin del 18 gennaio scorso, dà ad essa una valenza più ampia che va al di là delle stesse ipotesi derogatorie previste nei vari altri punti del citato Regolamento.

BLACK LIST: circolare 2/E/2011

Lunedi 31.01.2011 scade il termine per:
  • comunicazioni black list 4° trimestre 2010;
  • comunicazioni black list dicembre 2010;
  • comunicazioni black list con errori o imprecisioni (ma correttamente inviate e non omesse) 3° trimestre 2010 da reinviare senza sanzioni;
  • comunicazioni black list con errori o imprecisioni (ma correttamente inviate e non omesse) luglio, agosto, settembre. ottobre, novembre 2010 da reinviare senza sanzioni.
Ovviamente neanche stamattina,  ma stasera 28 gennaio venerdi alle 19:32, cosa poteva uscire se non la CM 2/E/2011 con le risposte ai molti quesiti aperti sulle Black List?
Ma l’Ordine dei Commercialisti Utilissimi al Paese DOV’E’?
Grazie mille all’Agenzia come sempre .