- comunicazioni black list 4° trimestre 2010;
- comunicazioni black list dicembre 2010;
- comunicazioni black list con errori o imprecisioni (ma correttamente inviate e non omesse) 3° trimestre 2010 da reinviare senza sanzioni;
- comunicazioni black list con errori o imprecisioni (ma correttamente inviate e non omesse) luglio, agosto, settembre. ottobre, novembre 2010 da reinviare senza sanzioni.
Tag Archives: sanzioni
EVASIONE IVA SU IMPORTAZIONI: perseguibile anche il detentore delle merci
Si riporta la seguente sentenza in materia di evasione IVA all’importazione
Fonte: Fisco Oggi
Autore: S. Servidio
Data: 16/12/2010
SENTENZA Cassazione 42161 del 29/11/2010
Il reato di evasione dell’IVA all’importazione (articoli 67 e 70 DPR 633/1972) è configurabile non soltanto a carico dei soggetti che hanno importato la merce assoggettata al tributo, ma anche a carico di chi semplicemente la detiene dopo l’importazione.
Il fatto
La vicenda processuale si sviluppa con l’impugnazione in Cassazione della sentenza di Corte d’appello che aveva confermato la condanna di primo grado inflitta a due coniugi per avere contrabbandato alcuni chilogrammi di tabacchi lavorati esteri (TLE) e per avere sottratto gli stessi al pagamento dell’IVA all’importazione (art. 291-bis DPR 43/1973 e art. 70 DPR 633/1972).
Nei ricorsi di legittimità gli imputati denunciavano, tra l’altro:
- violazione di legge sulla loro affermazione di responsabilità in quanto sarebbe mancata – sostenevano – la prova effettiva che la merce de qua fosse detenuta da entrambi i coniugi
- vizi di motivazione sulla configurabilità del reato di omesso versamento IVA, il quale sussisterebbe soltanto nei confronti dell’operatore dell’importazione, mentre nel caso di specie sarebbe ravvisabile soltanto una “mera detenzione” successiva all’introduzione del bene nel territorio nazionale, perciò esclusa da sanzione.
La decisione della Cassazione
La Corte di cassazione ha respinto il primo motivo (violazione di legge) e accolto il secondo (motivazione insufficiente), rettificando la portata della tesi sostenuta dagli imputati.
Riguardo al primo rilievo, è risultata ineccepibile la motivazione della sentenza impugnata, basata sugli elementi probatori emersi inequivocabilmente a carico degli imputati. Non è, quindi, passibile di censura il ragionamento dei giudici che hanno correttamente ritenuto che la presenza del tabacco rinvenuto nell’abitazione dei coniugi denotava compartecipazione nella detenzione della merce di provenienza estera (peraltro sottratta alla tassazione in importazione).
La sentenza ricostruisce così, in primo luogo, la natura del tributo, osservando che l’IVA dovuta all’importazione costituisce uno dei diritti di confine, “avendo natura di imposta di consumo a favore dello Stato, la cui imposizione e riscossione spetta alla dogana in occasione della relativa operazione d’importazione” (art. 34 DPR 43/1973), che disciplina proprio i diritti doganali e i diritti di confine (Cassazione 6823/1999).
Così, il reato di evasione di questo specifico tributo non è limitato all’ipotesi dell’introduzione della merce nel territorio doganale comunitario, ma si configura in tutti i casi in cui c’è sottrazione all’obbligo di pagamento dei diritti di confine o al compimento delle formalità doganali (cfr Cassazione 16860/2010), considerato che l’articolo 70 della Dir 2006/112/CE prevede che il fatto generatore dell’imposta si verifica e l’imposta diventa esigibile nel momento in cui è effettuata l’importazione dei beni.
Inoltre, prosegue il ragionamento della Cassazione, è proprio la disciplina doganale (artt. 202 e 203 Reg. CE 2913/1992) non prevede come fatto che produce l’obbligazione doganale la sola introduzione della merce nel territorio comunitario: l’obbligazione doganale sorge infatti anche in seguito alla sottrazione al controllo doganale di una merce soggetta a dazi d’importazione.
Sono perciò soggetti alla norma:
- la persona che ha sottratto la merce al controllo doganale
- le persone che hanno partecipato a tale sottrazione sapendo o dovendo sapere che si trattava di una sottrazione di merce al controllo doganale
- le persone che hanno acquisito o detenuto tale merce e sapevano o avrebbero dovuto sapere, quando l’hanno acquisita o ricevuta, che si trattava di merce sottratta al controllo doganale
- la persona che deve adempiere agli obblighi che comporta la permanenza della merce in custodia temporanea o l’utilizzazione del regime doganale al quale la merce è stata vincolata.
Sul medesimo argomento, la Suprema corte aveva sostenuto (sentenza 19514/2004) che il reato di evasione dell’IVA all’importazione, ex artt. 67 e 70 DPR 633/1972, è configurabile soltanto a carico dei soggetti che hanno importato la merce assoggettata al tributo e non anche di chi semplicemente la detiene dopo l’importazione, atteso che il rinvio espressamente operato ex art. 70 alle disposizioni delle leggi doganali relative ai diritti di confine è limitato al regime sanzionatorio e non si estende alle altre disposizioni (tra cui la presunzione ex art. 25 DPR 43/1973, in base alla quale, in caso di mancata o inattendibile prova sulla legittimità della provenienza della merce, il detentore è ritenuto responsabile di contrabbando).
Sicché, in applicazione di tale principio, la Corte ha considerato il semplice acquirente responsabile del reato di contrabbando e non anche del diverso reato di evasione dell’Iva all’importazione.
Rimeditando la pregressa impostazione, la Corte penale afferma oggi che il debito dell’IVA all’importazione può sorgere anche successivamente all’introduzione della merce nel territorio comunitario a carico dei soggetti indicati nel Codice doganale comunitario (articolo 203), atteso che l’IVA all’importazione inerisce non alla persona dell’importatore (criterio soggettivo), ma al bene importato (criterio oggettivo). Da qui, “la configurabilità del reato a carico di chi lo detiene dopo l’importazione a seguito della sua irregolare sottrazione al suddetto controllo“.
Privilegiando stavolta la prevalenza del criterio “oggettivo” su quello “soggettivo”, la Cassazione chiama in causa la Corte di giustizia europea la quale, con due pronunce del 2001 (C-66/99) e del 2002 (C-371/99), ha spiegato che la sottrazione alla sorveglianza doganale dcomprende ogni azione od omissione che ha come risultato di impedire all’autorità di frontiera di accedere a una merce sotto sorveglianza doganale e di effettuare i relativi controlli.
In ultima analisi, la Cassazione con la sentenza in esame ha annullato il reato di evasione IVA (art. 70 DPR 633/1972), punendo invece chi “detiene” nel territorio dello Stato un quantitativo di tabacco lavorato estero di contrabbando superiore a dieci chilogrammi convenzionali (art. 291-bis DPR 43/1973).
BLACK LIST: CM 54/E – nessuna sanzione per le prime comunicazioni
L’Agenzia delle Entrate, con CM 54/E del 28/10/2010, ha stabilito che in sede di prima applicazione della nuova normativa, non saranno applicate sanzioni per le violazioni concernenti la compilazione dei modelli di comunicazione, qualora il contribuente provveda a sanare tali irregolarità con una comunicazione integrativa da inviare entro il termine del 31 gennaio 2011.
La decisione in tal senso dipende dal “carattere di novità dell’adempimento” , “in considerazione delle difficoltà che gli operatori si trovano verosimilmente a gestire per l’individuazione dei dati rilevanti ai fini in esame”, per cui “è ragionevole ritenere che, in sede di prima applicazione della nuova disciplina, i soggetti interessati possano incorrere in errori nella compilazione del modello di comunicazione” ; si tratta delle obiettive condizioni d’incertezza previste ex art.10, co. 3 L. 212/2000 (Statuto del Contribuente), che impediscono l’irrogazione di sanzioni da parte dellAgenzia.
In particolare, l’Agenzia non irrogherà sanzioni in sede di controllo relativamente:
- ai soggetti trimestrali, per le comunicazioni black list luglio/settembre 2010;
- ai soggetti mensili, per le comunicazioni luglio/novembre 2010;
a patto che i contribuenti in questione sanino tali irregolarità, inviando, entro il 31 gennaio 2011, i modelli di comunicazione integrativa (3° trimestre 2010 – soggetti trimestrali, oppure i mesi interessati da luglio a novembre 2010 – soggetti mensili), redatti secondo le modalità corrette.
In conclusione, l’Agenzia con la CM 54/E/2010 offre una possibilità per sanare le comunicazioni irregolari, ma le comunicazioni black list devono comunque essere state presentate nei termini: tale possibilità non contempla il caso di comunicazioni omesse, dove infatti si ritiene che resti applicabile il doppio della sanzione ex art.11, co.1, D.Lgs 471/1997, quindi da 516€ a 4.130 € ad elenco. Meglio quindi presentare una comunicazione nei termini, anche se incompleta o irregolare, e poi procedere eventualmente ad una comunicazione integrativa senza sanzioni.
Si riporta, per comodità di chi legge:
- il quadro normativo dell’adempimento, a partire dal primo intervento in poi:
- DL 40/2010 istitutivo dell’obbligo;
- DM 30/03/2010 decreto attuativo dell’obbligo;
- Provvedimento 28/05/2010 del direttore dell’Agenzia Entrate con il modello di comunicazione e le istruzioni di compilazione;
- DM 05/08/2010 decreto che fornisce i primi chiarimenti sull’obbligo e posticipa la scadenza del primo invio al 2 novembre 2010;
- CM 53/E/2010 circolare Agenzia Entrate con chiarimenti e spiegazioni più dettagliate sul nuovo obbligo di comunicazione (il più importante);
- CM 54/E/2010 circolare Agenzia Entrate con la quale si escludono le sanzioni in caso di elenchi relativi alle prime scadenze irregolari e sanati entro gennaio 2011;
- gli articoli di www.studiogiardini.com sull’argomento, a partire dal primo in poi:
Si riportano infine l'[download id=”0″] e lo [download id=”0″].
BLACK LIST: chiarimenti della CM 53/E
Come anticipato, l’Agenzia delle Entrate con la CM 53/E del 21/10/2010 ha fornito i necessari chiarimenti sul nuovo obbligo delle comunicazioni black list, la cui prima scadenza, salvo ulteriori proroghe (peraltro opportune, dato che come sempre si fanno uscire circolari a ridosso di scadenza) , sarà il 2 novembre 2010.
Esponiamo in questo intervento gli aspetti salienti:
1. SOGGETTI OBBLIGATI
Sono obbligati all’adempimento tutti i soggetti passivi IVA:
- residenti
- imprese (art.4 DPR 633/1972);
- artisti e professionisti (art.5 DPR 633/1972).
- enti non commerciali pubblici e privati, quando agiscono nella sfera commerciale o agricola (art.4, co.4, DPR 633/1972).
- non residenti (limitatamente alle operazioni territorialmente rilevanti in Italia eseguite con operatori black list), che adempiono a tale obbligo tramite alternativamente:
- la stabile organizzazione in Italia;
- identificazione diretta ex art. 35-ter, DPR 633/1972;
- rappresentante fiscale.
2. SOGGETTI ESONERATI
Sono esonerati dall’obbligo di comunicazione:
- i contribuenti minimi ex art.1, co.96-117 L.244/2007 (“forfettone”);
- i contribuenti in regime delle nuove iniziative produttive ex art.13, L.388/2000 (“forfettino”);
- gli enti non commerciali pubblici e privati per le operazioni “istituzionali”.
3. PAESI BLACK LIST ED OPERATORI ECONOMICI BLACK LIST
Sono considerati paesi Black List i paesi inclusi nei DM 04/05/1999 e DM 21/11/2001. La Circolare 53/E precisa che tali liste vanno considerate congiuntamente, come un’unica lista ed a prescindere dalla condizione soggettiva dell’operatore economico: in pratica, se l’operatore economico ha sede, residenza oppure domicilio in un Paese Black List ai sensi dell’una o dell’altra lista, va comunicata ogni operazione intercorsa con lo stesso. Quindi, ad es. vanno comunicate tutte le operazioni intercorse con operatori economici lussemburghesi anche se non sono holding ai sensi della legge del 1929, e così via.
Scarica l’elenco dei paesi e territori BLACK LIST.
E’ considerato operatore economico “chiunque eserciti, in modo indipendente e in qualsiasi luogo, un’attivitò economica, indipendentemente dallo scopo o dai risultati di detta attività” (art.9, co.1 Direttiva 2006/112/CE).
Dunque, per verificare lo status di operatore economico si possono utilizzare i seguenti elementi probatori:
- l’eventuale certificazione o il numero identificativo rilasciati dalle autorità fiscali competenti degli Stati black list attestanti lo svolgimento di un’attività economica (imprenditoriale, professionale o artistica) da parte del soggetto avente sede, residenza o domicilio in detti Stati o, in alternativa,
- la dichiarazione della controparte che attesti lo svolgimento da parte della stessa di un’attività imprenditoriale, professionale o artistica.
Sono rilevanti ai fini dell’obbligo di comunicazione anche le operazioni effettuate da un soggetto passivo IVA con i seguenti soggetti:
- stabile organizzazione (in Italia/in Paese non black list) con casa madre stabilita in un paese black list;
- rappresentante fiscale (in Italia/in Paese non black list) di operatore economico stabilito in paese black list.
4. QUALI OPERAZIONI VANNO SEGNALATE
Nel modello di comunicazione vanno segnalate le seguenti operazioni:
- ATTIVE
- cessioni di beni (incluse le esportazioni, ed anche quando l’esportazione è preceduta da custodia presso deposito IVA ex art.50-bis DL 331/1993);
- prestazioni di servizi rese;
- PASSIVE
- acquisti di beni (incluse le importazioni, ed anche quando l’importazione è seguita da introduzione a deposito IVA ex art.50-bis DL 331/1993);
- prestazioni di servizi ricevute,
da/verso operatori economici con sede, residenza o domicilio in Paese black list comunitario/extracomunitario.
Le operazioni da segnalare vengono poi suddivise – distintamente per le attive e le passive – a seconda della loro qualificazione IVA, in :
- imponibili;
- non imponibili;
- esenti;
- non soggette ad IVA per mancanza del presupposto territoriale: tali operazioni sono state incluse nel novero delle operazioni da segnalare dal DM 05/08/2010; quindi, vanno dichiarate tutte le prestazioni di servizi fuori campo IVA ex:
- art.7-ter DPR 633/1972;
- art.7-quater DPR 633/1972;
- art.7-quinquies DPR 633/1972.
Con riguardo alle prestazioni di servizi, si ritiene utile la seguente ulteriore precisazione:
- vanno dichiarate le seguenti operazioni poste in essere a partire dal 1° luglio 2010,
- prestazioni ricevute ex art. 7-ter, DPR 633/1972, oggetto di autofattura;
- prestazioni ricevute ex art. 7-quater, DPR 633/1972, territorialmente rilevanti in Italia;
- prestazioni ricevute ex art. 7-quinquies, DPR 633/1972, territorialmente rilevanti in Italia.
- vanno dichiarate le seguenti operazioni poste in essere a partire dal 1° settembre 2010
- prestazioni rese e ricevute ex art. 7-ter, 7-quater, 7-quinquies DPR 633/1972.
5. QUALI OPERAZIONI NON VANNO SEGNALATE
Sono escluse dall’obbligo di segnalazione, ex DM 05/08/2010:
- le operazioni esenti, poste in essere da soggetti che abbiano ottenuto la dispensa dagli adempimenti IVA ex art. 36-bis, DPR 633/1972. Si precisa che l’obbligo di comunicazione permane per le eventuali operazioni imponibili effettuate. Sul punto, l’Agenzia delle Entrate conferma che l’obbligo della comunicazione riguarda solo le operazioni imponibili attive, esclusi quindi gli acquisti imponibili (i soggetti con dispensa ex art. 36-bis, DPR 633/1972, non possono detrarre l’IVA sugli acquisti).
Inoltre non sussiste l’obbligo di comunicazione per le altre operazioni fuori campo IVA (cioè per le operazioni diverse dalle prestazioni di servizi prive di requisito territoriale) quali, ad esempio:
- prestazioni di servizi prive di requisito oggettivo ex art. 3, DPR 633/1972;
- cessioni di beni prive del requisito territoriale (beni che non si trovano nel territorio dello Stato al momento della cessione);
- cessioni di beni prive del requisito oggettivo ex art, 2, DPR 633/1972 (campioni gratuiti, beni omaggio di valore unitario inferiore a € 25,82, ecc.).
6. MOMENTO RILEVANTE PER LA SEGNALAZIONE
Il momento rilevante per determinare il periodo in cui comprendere le operazioni da segnalare :
- per le operazioni per le quali è obbligatorio emettere fattura, coincide con la data di registrazione nei registri IVA ovvero, se precedente o alternativa, nelle scritture contabili obbligatorie;
- per le prestazioni di servizi rese per le quali non è obbligatorio emettere fattura (prestazioni non soggette ad IVA per carenza del requisito della territorialità), coincide con la data di registrazione nelle scritture contabili obbligatorie o, in mancanza, quello del pagamento da parte dell’operatore economico;
- per gli acquisti da San Marino senza addebito d’imposta, coincide con la data di registrazione dell’autofattura o della fattura sanmarinese integrata;
- in generale, le operazioni in cui si applica il reverse charge vanno considerate operazioni passive, in ragione del regime IVA previsto dalla normativa italiana.
7. PERIODICITA’ DI PRESENTAZIONE
NB: con DM 05/08/2010 la prima scadenza per l’invio delle comunicazioni mensili è stata spostata dal 31 agosto (per le com. di luglio) e dal 30 settembre (per le com. di agosto) al 2 novembre 2010. Significa che i contribuenti mensili il 2 novembre dovranno inviare 3 modelli, quello di luglio, di agosto e di settembre 2010.
La periodicità è la seguente:
- TRIMESTRALE: soggetti che nei 4 trimestri solari precedenti e per ciascuna categoria di operazioni (cessioni/servizi resi/ acquisti/servizi ricevuti) non hanno superato la soglia di 50.000,00 € per trimestre;
- MENSILE: soggetti che nei 4 trimestri solari precedenti e per ciascuna categoria di operazioni hanno superato la soglia di 50.000,00 € per trimestre;
E’ possibile – pur essendo trimestrali – optare comunque per la presentazione mensile, tuttavia la scelta diventa vincolante per l’intero anno solare (cioè per 12 mesi, non fino alla fine dell’anno).
In sede di prima applicazione dell’adempimento, per stabilire la periodicità della comunicazione occorre distinguere tra:
- cessioni di beni, per le quali si dovrà verificare il superamento o meno della soglia di 50.000 con riferimento ai quattro trimestri solari precedenti il 1° luglio 2010 (termine a partire dal quale devono essere segnalate le operazioni), quindi, già a partire dal 1° luglio 2009;
- prestazioni di servizi, per le quali si dovrà verificare il superamento o meno della soglia con riferimento ai due trimestri precedenti il 1° luglio 2010, vale a dire a partire dal 1° gennaio 2010.
La periodicità è trimestrale anche per chi ha iniziato l’attività da meno di quattro trimestri, a meno che, in quelli già trascorsi, non abbia superato il limite di 50.000 €.
Quando la soglia viene oltrepassata, anche in relazione ad una sola tipologia di operazioni, attive o passive (NB: NOTARE LA DIFFERENZA CON L’INTRASTAT) dal mese successivo l’adempimento diventa mensile per tutte le categorie (anche perchè il modello è unico e non distinto per cessioni/servizi resi ed acquisti/servizi ricevuti come per l’Intrastat).
Scarica gli scadenzari BLACK LIST (.PDF)
8. SANZIONI
La CM 53/E ha confermato in pieno l’impianto sanzionatorio già previsto con i precedenti decreti, quindi l’omesso invio della comunicazione, o la comunicazione recante dati incompleti, inesatti, non veritieri espone ad una sanzione da 516€ a 4.130 €, il doppio della sanzione ex art.11 co.1, D.Lgs 471/1997.
Si ribadisce l’inapplicabilità del cumulo giuridico, per cui ogni violazione sarà sanzionata autonomamente.
Si conferma l’applicabilità del ravvedimento operoso, con sanzione ridotta al decimo, quindi da 51€ a 413€ per violazione.
In conclusione, data la pesantezza delle sanzioni fin qui previste e confermate, si consiglia, in caso di dubbi, di includere comunque una data operazione nella comunicazione black list: mentre infatti un’operazione omessa diviene sanzionabile, una operazione esclusa non dovrebbe far scattare la sanzione.